ZINGARATA IN SVIZZERA
(quella pesciatina d’intende)

24 giugno: giornata afosa, caldo torrido ovunque, dove organizzare una zingarata?

Niente di meglio che un pomeriggio nelle montagne svizzere (quelle della Svizzera Pesciatina s’intende) che poco hanno da invidiare a quelle più celebri d’oltralpe; se non altro per la bellezza del verde e dei piccoli paesi su ogni dosso che si incontra, muovendosi tra vallate e strade strette.

Si parte con i 30 equipaggi previsti (purtroppo i parcheggi in queste piccole frazioni sono decisamente per pochi intimi) e subito si sale verso Pontito, paese a triangolo con sulla sommità chiesa e campanile.
Passeggiata tra le stradine strette in mezzo a case ordinate e ben tenute malgrado solo una piccola parte risulti abitata continuativamente. Quindi breve tragitto a Castelvecchio, piatto forte della giornata.
Visita alla Pieve dei Santi Ansano e Tommaso del IX secolo, posta fuori dal centro, in mezzo alla campagna, isolata, che viene quasi circondata dalle auto storiche. Nella suggestione della luce che alle 18,30 del solstizio d’estate entra dalle vetrate della facciata fino a disegnare una cornice perfetta di luce all’entrata della cripta, il visitatore si sente trasportato indietro di oltre mille anni ad immaginare scenari dell’epoca. Come lo è realmente entrando poi nell’oratorio del SS Rosario nel centro di Castelvecchio ammirando gli affreschi recuperati delle Storie della Vergine e di Cristo che abbelliscono interamente le pareti e la volta; la guida nel raccontare come si è arrivati alla scoperta degli affreschi e di come le figure dipinte sembrano seguire con il volto il visitatore, sembra narrare una favola medievale.

Il tempo stringe e quindi tutti a bordo per giungere nel vicino paese di Sorana, capitale dei fagioli noti in tutto il mondo, tantoché un illustre musicista qual è Puccini ne faceva dono a Natale agli amici e conoscenti di ogni angolo della Terra.
Gli abitanti tutti avevano provveduto a liberare ogni spazio anche angusto del paese dalle loro auto per fare posto a quelle storiche che, con fatica dei guidatori, venivano sistemate quasi una sull’altra. Poi tutti alla cena nella piazzetta del paese, organizzata dai giovani della locale proloco e dalle anziane cuoche: ma i piatti non li vogliamo narrare, almeno finché il freddo strumento informatico non riuscirà a trasmettere anche sapori e profumi dei cibi.

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